Nel 1919 il conte Pier Alberto Conti viene eletto Presidente della Società Cittadina di Pubblici Divertimenti e nello stesso anno torna a Macerata la cantante Francisca Solari. È forse dalla loro frequentazione che nasce l’idea di mettere in scena allo Sferisterio l’opera di Verdi più conosciuta, l’Aida. Il conte Conti raccoglie un comitato di cui fanno parte il conte Amerigo Buonaccorsi, il fotografo cavalier Alfonso Balelli e l’avvocato Mauro Bianchini. La Società dei Consorti concede l’utilizzo dell’arena, autorizzano l’ampliamento del palco e soprattutto l’apertura di una grande porta sul muro di battuta. Vengono sistemate poi tremila sedute in platea oltre alla possibilità di accogliere altre seimila persone in piedi. Numerose maestranze si avvicendano per i lavori, vengono realizzati stupendi manifesti disegnati da Plinio Codognato ed Emilio Lazzaro e milioni di volantini vengono sparsi lungo la riviera dall’idrovolante dell’anconetano Vincenzo Burattini.
Il 27 luglio lo Sferisterio è gremito da oltre 9.000 spettatori. Salgono sul palco oltre mille comparse, cammelli, cavalli e buoi, Francisca Solari nei panni di Aida ed il tenore Alessandro Dolci interpreta Radames. L’Aida viene replicata per ben diciassette serate, un record di pubblico che ha superato le 70.000 presenze.
L’anno seguente viene allestita La Gioconda di Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito, ma non con lo stesso successo dell’opera verdiana: fu quasi un disastro finanziario, ma l’idea di utilizzare lo Sferisterio per la lirica non venne abbandonata.